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Quanto all'Antinoo storico, le fonti sono molto nebulose. Dione Cassio e Sparziano ne parlano più diffusamente, ma per la Yourcenar le notizie che riportano non sono sufficienti per definire le sue caratteristiche psico-fisiche. Era inevitabile fare ampio ricorso alla «testimonianza delle iscrizioni, dei monumenti figurativi, delle monete», che dopo la divinizzazione del giovinetto affollavano tutto le regioni dell'impero. Il culto post mortem di Antinoo è un caso straordinariamente unico nella storia dell'antichità, perché nessuno tra i mortali poteva diventare un dio, tranne gli imperatori. Per questo non è un'esagerazione affermare che Antinoo fu l'ultimo dio del paganesimo, mentre le opere artistiche da lui ispirate sono l'ultimo capitolo dell'arte classica. È nell'accostamento all'altro grande amore di Adriano, la Grecia, che la Yourcenar riesce a creare una fatale corrispondenza, facendogli dire: «Avevo fatto di lui l'immagine stessa di quel paese appassionato del bello, forse ne sarebbe stato l'ultimo dio».